Il fine settimana ultimo scorso (3-4 ottobre) si è svolto ad Urbino il Convegno Nazionale di Epigenetica: ” La genetica da sola non determina la nostra salute“, evento organizzato dall’Istituto di Medicina Naturale al quale ho avuto anch’io l’opportunità di partecipare.
Tra i relatori che sono intervenuti c’erano: il Dott.Franco Berrino -il famoso oncologo milanese, il dott. Luciano Proietti– un pediatra “alternativo”, il dott. Ernesto Burgio– medico all’European Cancer and Environement Research Institute, il dott. Domenico Mastrangelo– medico specializzato in oncologia ed autore del libro “Il tradimento di Ippocrate. La Medicina degli affari“ c’erano anche altre figure conosciutissime dal grande pubblico.
Epigenetica è un termine composto che deriva dall’unione del suffisso greco “epi” che significa “al di sopra” o “oltre” o “in aggiunta” con la parola “genetica” che vuol dire “genesi, origine”, intesa nel senso di trasmissione dei caratteri ereditari, attraverso generazioni successive.
Per oltre un secolo, la Medicina è stata dominata dalla convinzione che i caratteri somatici e più recentemente le malattie potessero essere trasmessi o ereditati di generazione in generazione, mediante quelle unità funzionali del DNA contenuto nei cromosomi, note a tutti come “geni”.
L’intuizione che il modo di alimentarsi potesse avere ripercussioni sullo stato di salute faceva già parte della medicina ippocratica ma si è tramutata in certezza soltanto dopo i grandi studi epidemiologici del secolo scorso.
L’epigenetica è una branca relativamente nuova della genetica, secondo cui quello che succede a livello cellulare, soprattutto tra il concepimento e i primi anni di vita, modifica l’espressione dei geni, determinando quindi un “fenotipo” (l’insieme delle caratteristiche morfologiche e funzionali) diverso dal “genotipo”, cioè dal patrimonio ereditario.
Nel mondo della Medicina “convenzionale”, l’idea che le modificazioni del “fenotipo” possano non derivare da cambiamenti della struttura del DNA(il “genotipo”), è tuttora rivoluzionaria. Ma ancora più rivoluzionario appare il concetto, sempre derivato dall’Epigenetica, che il “fenotipo” possa essere, in qualche modo, “plasmato” dall’ambiente (stile di vita, dieta, esposizione ai farmaci, inquinamento atmosferico) e, cosi modificato, trasmesso di generazione in generazione.
Il professor Franco Berrino ha confermato che gli studi sugli effetti epigenetici delle sostanze alimentari hanno generato nuovi interessi di chemio prevenzione e che le conoscenze attuali consentono di affermare che la prevenzione si fa modificando la dieta e non con integratori alimentari.
Parlando dell’influenza dell’ambiente, si è sottolineata l’importanza della prevenzione nella vita prenatale, visto che il feto è un già un piccolo essere umano, in grado di provare sentimenti ed emozioni, udire, gustare, reagire coerentemente agli stimoli ed interagire con i genitori. Il periodo fetale si è dimostrato essere il momento più importante per la prevenzione primaria delle patologie di tipo genetico, in quanto la manifestazione della malattia si verifica solamente se ci sono le condizioni ambientali, epigenetiche;solo cosi i geni possono attivarsi.
Pertanto lo stile di vita(cibo, attività fisica, ambiente, stress psichico) della madre durante la gravidanza condiziona il metabolismo, la formazione e il funzionamento degli organi e degli apparati del feto.
Tutto ciò ci permette di affermare che l’epigenetica può rispondere a molti interrogativi sulla salute dell’uomo, migliorando il suo benessere.